Il Palazzo del Lavoro, Torino, 1959-1961

con Gino Covre, impresa Nervi e Bartoli

Visto come simbolo di integrazione tra invenzione strutturale e architettonica e veicolato dalle principali riviste nazionali e internazionali, il Palazzo del Lavoro ha affascinato intere generazioni. Nell’enfatizzare con un certo manierismo, il ruolo fin troppo esibito della struttura, alla terza fase dell’attività progettuale di Nervi, quella dei grandi incarichi internazionali in cui lo “stile Nervi” diventa un repertorio di soluzioni da adoperare in tutto il mondo.

L’appalto-concorso per la costruzione del padiglione di 47.000 mq che, per il Centenario dell’Unità d’Italia, avrebbe ospitato la grande mostra sul lavoro presieduta da Giovanni Agnelli e allestita da Gio Ponti, viene bandito nel luglio del 1959. A ottobre, la giuria aggiudica l’appalto all’impresa Nervi & Bartoli, con progettisti, oltre a Nervi, il figlio Antonio e Gino Covre, uno dei principali ingegneri italiani di strutture metalliche. Il progetto è incentrato sulla suddivisione della copertura quadrata in sedici elementi indipendenti a ombrello di 40 metri di lato separati da strisce continue di lucernari e costituiti da una raggiera di travi in acciaio e da un pilastro centrale a geometria variabile, caratteristica ricorrente nelle opere di Nervi dal viadotto di Corso Francia a Roma (1960), alla stazione ferroviaria di Savona (1961) fino alla volta della Cattedrale di San Francisco (1970). La galleria perimetrale è invece costituita dai solai a nervature isostatiche tipici di Nervi, realizzati con casseforme in ferrocemento mobili, secondo un procedimento già ampiamente sperimentato da Nervi in diversi edifici tra cui il Lanificio Gatti (1951-53). La proposta convince per la semplicità e la leggibilità strutturale e, grazie alla soluzione modulare e alla differenziazione dei materiali, è la sola in grado di garantire il rispetto dei tempi strettissimi di esecuzione. Come era stato per Torino Esposizioni la direzione dei lavori è assicurata dalla Divisione costruzioni e impianti della FIAT, diretta da Bonadè Bottino, con cui era stato avviato un rapporto di reciproca fiducia. Al di là dei dati tecnici, tuttavia impressionanti – 158 metri di lato per 26 metri di altezza e 650.000 metri cubi di volume – l’aspetto più innovativo è infatti costituito dalla organizzazione di cantiere. Iniziato nel febbraio del 1960, a fine dicembre l’edificio è già concluso.

https://www.laboratorionervi.polimi.it/wp-content/uploads/2022/05/ATLAS-OF-PLACES-PONTI-NERVI-PALAZZO-DEL-LAVORO-IMG-15-scaled.jpg