Pier Luigi NerviNervi

Chi è Pier Luigi Nervi?

Pier Luigi Nervi è uno dei maggiori artefici di architetture strutturali nel panorama internazionale del Novecento. A lui si devono alcune delle più belle opere dell’architettura contemporanea, frutto di un’eccezionale coniugazione fra arte e scienza del costruire. Insieme con altri ingegneri particolarmente sensibili alla sintesi fra invenzione statica e spaziale, primo fra tutti lo spagnolo Eduardo Torroja (1899-1961), Nervi contribuisce alla rottura dei paradigmi formali del razionalismo. Le sue costruzioni, basate su ardite soluzioni tecnico-strutturali, raggiungono risultati di straordinaria eleganza e divengono icone di un nuovo modo di fare architettura, ammirate a livello mondiale. Attraverso le sue realizzazioni, sparse fra Italia, Europa, America ed Australia, l’architettura italiana vive in quegli anni una stagione di gloria.

Ligure d’origine e valtellinese di nascita, Nervi si laurea in Ingegneria civile a Bologna nel 1913. Tra Ottocento e Novecento alla tecnologia dell’acciaio inizia ad affiancarsi infatti la nuova tecnica del calcestruzzo armato, che rinnoverà il modo di costruire e l’idea stessa di progetto negli anni a venire. Nervi inizia a svolgere la propria carriera professionale sullo sfondo delle ricerche e dei progetti di François Hennebique o Robert Maillart, nelle cui opere innovazione tecnologica e ricerca formale avanzano di pari passo. Dopo un tirocinio iniziale nell’ufficio tecnico di una società di costruzioni, fonda nel 1920 la propria impresa, la Società Ing. Nervi e Nebbiosi (cui succederà nel 1932 l’Impresa Nervi e Bartoli), e sceglie il calcestruzzo armato come tecnica costruttiva fondamentale. Per tutto l’arco della sua vita Nervi manterrà questo doppio ruolo di progettista e costruttore, che ne farà una figura atipica nel panorama dell’ingegneria e dell’architettura del secondo Novecento.

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Il concorso per lo stadio di Firenze (1930), opera che lo pone al centro dell’attenzione in Italia e all’estero, al di là dell’intrinseca bellezza del progetto, viene vinto proprio per il basso costo della costruzione. Seguono tra il 1935 e il 1940 i grandi hangar per l’Aviazione italiana a Orvieto e Orbetello, la cui aggiudicazione avviene, anche in questo caso, per la validità della proposta tecnico-economica. Qui, peraltro, sperimenta l’impiego di componenti prefabbricati che diverrà in seguito una costante delle sue opere.

Gli hangar sono anche la prima struttura per cui Nervi, al fine di verificare nelle fasi finali del progetto la validità della propria concezione strutturale originaria, fa ricorso, oltre che al calcolo statico, a prove su modello in scala ridotta, svolte al Politecnico di Milano a cura di Guido Oberti (1907-2004).

Questa procedura verrà mantenuta per la maggioranza delle opere successive, e la collaborazione scientifica con Oberti in seno al nuovo laboratorio di ricerca dell’ISMES/Istituto Sperimentale Modelli e Strutture, fondato a Bergamo nel dopoguerra e del quale Nervi stesso assumerà la presidenza a partire dal 1969, si estenderà sull’arco di oltre trent’anni, rappresentando una pagina di eccellenza dello sperimentalismo italiano.

Hangars, Orbetello
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Stadio Berta

Nel Salone per Torino Esposizioni (1949) i conci prefabbricati della volta a botte sono realizzati da Nervi utilizzando la nuova tecnologia del ferro-cemento, altra innovazione che, negli anni successivi, sarà utilizzata con risultati di grande qualità nei gusci delle volte e delle cupole di alcune delle sue opere più celebri: Kursaal (Ostia, 1950), Sala delle Feste (Chianciano, 1952), Palazzetto dello Sport (Roma, 1957, con Antonio Vitellozzi), Leverone Field House e Thompson Arena del Dartmouth College (New Hampshire, USA, 1962 e 1975, con Campbell e Aldrich), Scope Arena di Norfolk (Virginia, USA, 1968, con William & Tazewell e W. Blum), Cattedrale di St. Mary a San Francisco (1971, con Pietro Belluschi). A partire dalla metà degli anni cinquanta larga parte dei progetti è condotta in collaborazione con il figlio Antonio.

Torino Esposizioni per Laboratorio
Cathédrale Saint Mary 1 San Francisco by Mario Carrieri, sponsored by Italcementi and Alitalia
Palais du Travail, Turin by Mario Carrieri, sponsored by Italcementi
Bus Terminal George Washington

La prima opera importante di Nervi all’estero è la sede dell’UNESCO a Parigi (1953-58), al cui progetto lavora con Marcel Breuer e Bernard Zehrfuss.

Con l’affermarsi della sua figura di progettista sulla scena internazionale, farà seguito una serie di altri prestigiosi incarichi, tra cui il Bus-terminal al George Washington Bridge (New York, 1962), il grattacielo di Victoria Square a Montreal (1962-65, con Luigi Moretti), il grattacielo di Australia Square a Sidney (1962-67, con H. Seidler), l’Ambasciata d’Italia a Brasilia (1979). In Italia, fra le opere della maturità meritano particolare attenzione il grattacielo Pirelli a Milano (1955-59, con Arturo Danusso e Gio Ponti), il complesso di opere per le Olimpiadi di Roma del 1960 (oltre al Palazzetto e al Palazzo dello Sport, lo Stadio Flaminio, e il Viadotto di Corso Francia), il Palazzo del Lavoro a Torino (1960, con Gino Covre), il Ponte Risorgimento a Verona (1963-68), l’Aula delle udienze pontificie in Vaticano (1966-71).

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Palazzo del Lavoro Lab
Ponte del Risorgimento
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Montreal

Ampia e di grande interesse è anche la produzione di scritti di Nervi, incentrata soprattutto sui temi del linguaggio architettonico e del rapporto fra struttura e forma, scienza e arte del costruire, e più in generale fra ingegneria e architettura, e sul valore etico del costruire correttamente. Si tratta di temi che hanno caratterizzato anche il suo insegnamento universitario, svolto con continuità presso la Facoltà di Architettura di Roma, e alcuni suoi interventi di grande risalto presso atenei prestigiosi, da Harvard a Buenos Aires, così come il suo dialogo e la collaborazione professionale con personaggi a lui affini per cultura e mentalità, come Mario Salvadori, progettista strutturale e docente alla Columbia University.

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Di lui è stato detto che aveva l’audacia dell’ingegnere, la fantasia dell’architetto, la concretezza dell’ imprenditore. L’utilizzazione delle soluzioni tecniche più avanzate avviene infatti sempre da parte sua non solo in stretta sintonia con la ricerca dell’eleganza formale, ma anche con un’altrettanto forte attenzione per gli aspetti tecnici ed economici propri del cantiere e dell’attività di impresa.